Emilio Buccafusca

Cinque miglia di nostalgie

     

Cinque miglia di nostalgie

 

ROCCARASO - Se Rocca, Rivi e Pesco fossero tre principesse protagoniste d' una favola il nostro potrebbe divenire racconto interminabile. Cominceremmo dalle tenebre della preistoria quando l' uomo della Majella terrorizzava l' Altopiano. Era un mostro, abominevole come il sosia himalayano. Purtroppo gli piacevano maledettamente le donne e le pecore. Usciva di notte e senza andare troppo per i dettagli divorava indifferentemente le une e le altre. Una notte fece un sol boccone delle tre principesse. Per questo, in segno di lutto perpetuo, uomini e donne dell' Altopiano hanno vestito di nero fino quasi ai nostri giorni.

E' una favola, si capisce benissimo. Così sembra una favola la storia di un treno che partiva da Napoli alle 0,40, viaggiava tutta la notte ed arrivava a Roccaraso alle otto del mattino. Depositava sulla neve alcuni esseri strani e misteriosi : gli "skiatori" . A differenza del remoto yeti della Majella erano avidi di avventurarsi a piedi, con pelli di foca sotto gli "ski" (allora si scriveva con la "k") verso sogni proibiti che si chiamavano Aremogna, Toppe del Tesoro, Pratello. Una camminata per titani da leggenda. Atleti e poeti. Salivano cantando una canzone dal ritornello iterativo: "Salire, salire, sempre salire...". E con questa iterazione non desideravano affatto l' avvento funiseggioviario odierno. La loro crisi energetica si palesava con l'appetito. Perciò dopo le montagne di neve attaccavano "chitarrate" di spaghetti ancora più montagnose e divoravano lunghe collane di salsiccia alla brace che nella cottura lacrimavano gocciole di colesterolo. Ai loro occhi ed alla loro anima poetica quelle gocce erano d' oro. Oro suino a 18 karati. Sono scomparsi, gli "skiatori", anch' essi nel mondo delle favole. Solo i vecchi raccontano di loro per addormentare i bambini i quali preferiscono invece gli spogliarelli della televisione. Non lo dicono fingendo di crederci e di dormire. Spesso i vecchi cambiano canale ed alla vista delle pecorelle raccontano come sull' Altopiano ci fossero 100.000 pecore e poco più di un migliaio di abitanti. Raccontano che quello era l' oro bianco. Dal pascolo cadevano palline. L' oro nero. La terra riciclava un manto erboso che ha sfidato i millenni.

Ha resistito fino ai nostri giorni. Poi è svanito con la scomparsa dell' ultimo pastore. Sull' Altopiano delle Tre sorelle c' è tempesta di ricordi e rimpianto per tante cose che non ci sono più.

Cinque miglia di nostalgia ...

Emilio Buccafusca          

dal quotidiano ROMA

15 Agosto 1979

 

 

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