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S. Antonio Abate

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Rivisondoli in cartolina


Non esiste altra immagine da questa prospettiva della chiesetta di S.Antonio Abate, che sino agli anni'50 era presente sul lato sinistro della via Sulmontina,

fuori la porta d'Antonetta, nota anche come "Porta di Là".

In questa immagine invernale, tratta da una cartolina viaggiata il 25 luglio 1929, ne viene esaltata la semplice struttura, che appare ad aula unica, con tetto a due falde. Il coronamento del tetto è realizzato con doppia fila di coppi, molto in uso nell'architettura del nostro paese. Dietro l'alberello in primo piano appare poi un grande finestrone con la luce lineare e priva di qualsiasi forma di rifinitura.

La chiesetta custodiva l'ossario dei morti per la peste del 1656, e grazie alla posizione decentrata scampò al disastroso incendio del 1792, parimenti a S.Maria delle Grazie in "Piè Lucente".

Essa ha rappresentato per anni il luogo dell'estremo saluto ai defunti che venivano condotti al cimitero dopo S. Liberata. Come non ricordare l'acre odore dell'incenso che veniva diffuso attorno alla bara, accompagnato dal "De profundis" recitato dal celebrante, che aspergeva l'acqua santa accompagnata dalle lacrime, a stento frenate dai presenti.  I ragazzi lanciavano intimoriti sguardi furtivi al teschio con tibie incrociate che era rappresentato su una delle lapidi sul fronte della chiesa (sino a qualche anno addietro era conservata sui gradini d'accesso all'odierno cimitero, da dove  è stata trafugata da mano sacrilega)

L'altra lapide funeraria sul frontale della chiesa, riportava la seguente iscrizione:

Alleggeriamo l'atmosfera che aleggiava sulla località, indugiando su alcuni particolari dell'immagine:

DOM
Guarda passeggier il tuo fin la sorte
qual tu sei io fui ed or in polve
torna il tuo corpo frale e si risolve
equal son io tu pur sarai in morte.
MDCCCVIII

in primo piano la "tràja" utilizzata per trascinare  più agevolmente gli oggetti pesanti sulla neve che invadeva le strade, a malapena sgomberate da solerti spalatori; il resto lo completava lo scalpiccio dei passanti;

gli uomini presenti, con le ghette per proteggere i pantaloni dalla neve;

la donna in secondo piano, con la lunga gonna e " ru fazzelettòne" a tre risvolti " n' càpe ".

 


Il  dettaglio  che appare  sotto  questa descrizione,  è stato  estrapolato  da una  immagine anni '50,  ove  abbiamo evidenziato la chiesetta di S. Antonio Abate. In esso appaiono alcuni particolari descritti in precedenza (la finestra lato est ed il tetto), ma da questa prospettiva appare un corpo più basso dell'aula principale, lato ovest, con il tetto spiovente nella medesima direzione.

L'ambiente era poi illuminato da un finestrone alto e stretto lato sud, ben più ampio di quello ad est.  Il colore diverso delle pietre di alcune porzioni delle mura perimetrali fanno pensare a costruzione e/o sopraelevazione in tempi diversi.

L'ingrandimento del dettaglio qua sopra rende meglio l'idea di quanto espresso; anche il basamento di livellamento rispetto al piano stradale presenta pietre di tonalità diversa, come la stessa parete posteriore dell'aula principale. Su questa appare poi in basso un ulteriore finestrino, forse di ventilazione.  I numerosi fori simmetrici presenti sulla parete erano gli incassi della impalcatura usata per la costruzione.

Immagini anni '50, ricavate dal grande "murales" visionabile nella sede dell'attuale I.A.T., per gentile concessione di Rita D'ALTORIO.

I particolari descritti nei precedenti capoversi trovano evidenza anche nelle foto raggruppate nella sequenza " Panorama da Sud " , ed in particolare con le immagini n. 3,5,e,6.


Le magnifiche riprese aeree che seguono, sintetizzano quanto espresso nei precedenti capoversi di questa pagina.
 

Nell'immagine qui sopra si ha la percezione delle distanze e dei siti : si parte dalla "Porta Antonetta", e subito dopo sulla sx. si staglia il caseggiato della chiesetta. Proseguendo a scendere per la via, il rimboschimento  in corso rende l'idea delle linee di livello e costeggia la montagna sino all'altra chiesetta di S. Liberata. Da qui la biforcazione per il cimitero, e la via Sulmontina prosegue verso il bivio "della Tràjia", superato l'incrocio per "Pantànielle".

 

In questa immagine la chiesetta di S. Antonio appare nel contesto abitativo "fuori porta"  della via Sulmontina verso S. Liberata, e l'urbanizzazione è quella degli anni '50 come rilevabile, oltre che per altri particolari, anche dal tracciato recente della strada che proviene "d'arrète a Còrte", e che avvierà l'urbanizzazione di tutta l'area circostante negli anni '60.

Da un'analisi più approfondito dell'immagine, il tetto della chiesa nel corpo di fabbrica ad ovest, a scendere lungo la via, appare sfondato in più punti.