Una breve pausa nella presentazione delle immagini ci consente di integrare le descrizioni di ciascuna di esse, ma soprattutto i navigatori potranno così soffermarsi su ogni dettaglio che risvegli in loro ricordi ed emozioni nel rivivere un passato loro appartenuto.

I più giovani, potranno dal canto loro trovare  lo stimolo nella comprensione più puntuale della storia, nella pur ingenua realtà paesana forse oggi rimpianta, che da sempre costituisce la base antropologica della nostra comunità paesana.

Non vogliamo però distrarvi nei vostri pensieri, nell'evidenziare alcuni dettagli di questa prima slide show.

Come non cominciare allora sottolineando la pavimentazione in mattoni rossi che caratterizzava sia piazzetta San Nicola, che parte della scalinata che conduceva alla piazza. Il gelo impietoso ne spaccava la superficie anche se i mattoni erano fissati di taglio, ed i cordoli in cemento levigato diventavano tracce, non da tutti gradite, ove noi ragazzi ci divertivano in una sorta di pattinaggio. Ed il colore, nei riflessi del tramonto, conferiva a questo angolo di paese una calda intimità ancor oggi suscitata dal mattonato del frontale della chiesa e del campanile, illuminati dagli ultimi raggi del sole. Ed fu anche questa atmosfera unica, accennata da Gabriele d'Andrea nella sua recensione sul Presepe, che spirò gli ideatori della prima rappresentazione nel realizzare la capanna nell'antico palazzo di don Paolo Mascio.

Lo sguardo viene poi immediatamente attratto dalla culla sulla sinistra delle sequenza fotografica. Si tratta dell'esemplare utilizzato sin dalla prima edizione del Presepe vivente, uno dei pochi, realizzato da artisti rivisondolesi, che sopravvisse alle distruzioni belliche. Inconfondibile l'intarsio, artigianato tipico della cultura pastorale del nostro paese, che troviamo riprodotto anche sul bastone impugnato da Annibale/San Giuseppe nelle due foto immediatamente sopra il dettaglio della culla. La foto riprodotta risale al 1964, quando Monaco di Baviera ospitò una rappresentazione del nostro Presepe, poiché per la prima volta per il ruolo della Madonna venne prescelta una ragazza straniera, appunto la tedesca Evi Von Collas.

Purtroppo, come già indicato in altre pagine dedicate al Presepe, l'unicum qui riprodotto è andato disperso; ecco il motivo per cui non ci stancheremo di segnalarne la presenza in tutte quelle immagini che avremo la fortuna di reperire, e che ne conservino la pur minima traccia.

Aggiungiamo una piccola nota di colore, evidenziando che nella candida semplicità della partecipazione corale, molte volte i costumi dei figuranti non erano strettamente aderenti al ruolo, come evidenziano ... le scarpette da tennis (le mitiche Superga) ai piedi di un pastorello, improbabili copricapo dei Magi, il portaombrelli dorato usato a mo' di anfora e, spettacolare, la borsa dell'acqua calda con cui la vecchina, abbracciandola, cercava di mitigare la crudezza del freddo !!! D'altronde questi tre figuranti, le due anziane ed il bambino, partecipavano ad uno dei cortei che illuminavano suggestivamente la scena al calare del buio. Ed è proprio l'ingenua spontaneità di questi semplici gesti che sogniamo di ritrovare, quale elemento caratterizzante delle edizioni future.

il Presepe Vivente   

il Presepe Vivente