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Per qualsiasi richiesta
o informazione, la ns. infoline è sempre a Vs. disposizione |
contatta@rivisondoliantiqua.it
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15 Settembre 2009 -
94
casette in legno sono state consegnate agli abitanti di Onna.
Realizzazione della regione Trentino per i terremotati
D'Abruzzo.
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29 Settembre 2009 -

400
appartamenti in palazzine antisismiche sono stati consegnati a
Bazzano.
Realizzazione della Protezione Civile. |
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Omaggio a
l'Aquila
........ rimasta così nei nostri cuori !!!!!!! |
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L'immagine sulla
destra ci presenta un dettaglio di piazza del Duomo a l'Aquila, in
una tranquilla mattina d'inizio Novecento.
La cupola della
Chiesa delle Anime
Sante
risalta in tutta la sua interezza architettonica, affacciandosi
quasi pudica dietro i tetti dei palazzi vicini che le fanno quasi da
quinta.
Ed oggi, invece,
... ci appare ingabbiata tra le strutture metalliche con le quali il
lavoro encomiabile dei
VV.FF.
cerca di conservare quanto rimasto dopo il "sussulto" del
6 Aprile
scorso. |
Da allora non
riusciamo a trovare, fra i tanti, argomenti che possano essere
considerati d'interesse prevalente rispetto a quelli indotti da
questo terremoto.
Dopo approfondite
considerazioni, abbiamo deciso di riservare mensilmente questo
spazio del nostro sito ad un angolo dell'Aquila e paesi vicini
colpiti dal sisma, e che oggi appaiono ai nostri occhi ancora
sopraffatti di macerie. Desideriamo in questo modo conservarne la
Memoria storica, e sognare come si ripresenteranno ai nostri occhi,
auspichiamo in tempi non molto lontani.
Desideriamo non
accodarci ai corifei dell'una o dell'altra fazione, che
quotidianamente ci sommergono di notizie tra loro contrastanti. Ma
d'altro canto non possiamo rimanere indifferenti di fronte ad una
comunicazione manipolata e truccata che elimina la verità effettuale
delle cose (la montante crisi economica della zona, l'immobilismo
progettuale di chi ci governa) e che trasforma l'ordinario in
"miracolo" ed ogni difficoltà o stallo in "emergenza nazionale". Il
Paese viene sommerso di parole inutili ed immagini ludiche, o di
"illustri" in gramaglie che si aggirano a l'Aquila per ravvivare il
"lustro" personale, senza alcuna ricaduta reale (allo stato dei
fatti) sulla popolazione così duramente provata. E non è certo
incubando le paure sugli "immigrati infiltrati" che si tranquillizza
sulla certezza di un tetto prima del prossimo autunno. Restiamo così
tutti ingabbiati in uno stato di minorità che impedisce di andare,
con qualche spirito critico e consapevolezza, oltre le emozioni e
l'immaginazione.
Nel nostro piccolo
cerchiamo allora di aiutare "emozionando" nel ricordare la città che
è stata, ed "immaginando" il sogno della città che tornerà ad essere
con l'impegno di tutti noi. Questa è la forza che ha da sempre
sorretto le genti d'Abruzzo, che con caparbietà anche questa volta
hanno già ripreso a costruire ... come avviene, nella maggioranza dei
casi, senza coordinamento o progettualità d'insieme. Non tutti
purtroppo. Amici dell'Aquila, soverchiati da necessità famigliari
insuperabili, col groppo alla gola ci hanno confidato che stanno
alienando quel poco che è loro rimasto, e stanno riunendosi in più
famiglie per trovare una nuova abitazione qui a Roma.
Difficile
qualsiasi commento. Chi vi scrive può solo raccontare la propria
esperienza personale ... nel terremoto del 1984 ha visto dissolversi
i sogni che per anni lo sorreggevano nelle fatiche quotidiane (anche
in terra straniera), e che lo vedevano tornare sulle nostre
montagne. Nuovo cambiamento di vita, che grazie a Dio ancora
prosegue e, racimolato tutto quanto disponibile, ha deciso di non
sradicare le proprie radici.
Da allora sono
passati oltre 25 anni, e continua ad essere creditore nei confronti
dello Stato dell'intero importo attribuitogli dalle leggi del tempo
- Ordinanze 905 e 2473 dell'allora responsabile della Protezione
Civile on. Zamberletti - ( appena un quarto, comunque, di quanto necessario per
la ricostruzione antisismica ). Di cuore l'augurio a tutti i
corregionali terremotati, di vivere una esperienza migliore. |
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Terremoto !!!!
....
questa parola abbiamo
sentito risuonare per giorni intorno a noi. Un terremoto di parole
ha accompagnato poi lo sciame sismico che ha scandito il trascorrere
delle ore subito dopo quelle fatidiche
03:32:39 del
6 Aprile
2009.
La sismicità della
nostra area è stata riconfermata con l'ultima "nazzecatella"
di oggi, 01 Maggio ore 09:26 alla profondità di 10,4 km, magnitudo
2,6 con epicentro nel gruppo Velino-Sirente.
Ripercorrendo a ritroso
la storia della nostra terra sentiamo di non poter condividere
l'espressione di chi parla di tragica fatalità nello scorrere
l'elenco delle vittime, o di inevitabile tributo alla peculiarità
geologica del nostro territorio. Siamo convinti
al contrario che i terremoti non siano delle fatalità, ma eventi
naturali ai quali possiamo far fronte facendoci trovare
adeguatamente preparati, anche facendo tesoro delle esperienze
del passato, dai resoconti storici che descrivono terremoti vecchi
di secoli.
E la storia d'Abruzzo
incappa molte volte con avvenimenti legati ai terremoti, alcuni
appena percettibili, altri squassanti e distruttivi per intere
comunità o agglomerati urbani.
Le povere economie
agro-pastorali, nei secoli scorsi furono più volte messe a dura
prova dai terremoti, i quali nel contempo fecero risaltare la tenace
determinazione degli abruzzesi a non perdersi d'animo, e riprendere
il cammino senza mai lasciarsi soggiogare dalle avversità.
In coerenza con la
tipologia del nostro sito, da tempo stiamo raccogliendo
testimonianze documentali sui terremoti che hanno lasciato il segno
nel nostro paese, e che proporremo nella concatenazione degli eventi
via via succedutisi e documentati. Oggi, con riferimento alla
attualità della tragedia che colpito l'Aquila ed i paesi vicini,
anticipiamo sinteticamente una parte di queste nostre ricerche, per
rendere fruibili, a chi voglia approfondirne la conoscenza, notizie
sui sommovimenti naturali che hanno profondamente segnato non solo
la nostra terra, ma anche l'anima delle nostre genti.
Data la scarsità delle
fonti, possiamo supporre che i rilevanti sommovimenti tellurici
documentati in Abruzzo, abbiano comunque interessato anche il
territorio di Rivisondoli. La tipologia delle abitazioni dell'alto
medioevo, poco più che capanne, era di fatto "antisismica". Da ciò
la completa mancanza di notizie di vittime, stante anche la relativa
densità abitativa del territorio. La distruzione o il danneggiamento
degli edifici che "facevano la Storia" (castelli, cinte murarie,
chiese ed abbazie) i pochi all'epoca in muratura, è l'unico mezzo
che ha veicolato ai posteri notizie relativamente certe sui
terremoti.
I "Dialoghi" del monaco
Desiderio, abate di Montecassino e futuro pontefice Vittore III,
sono la prima testimonianza di un terremoto distruttivo in Abruzzo.
Anche il "Romualdi Salernitani Chonicon" riporta del rovinoso sima
del 990, che con epicentro a Benevento, fu avvertito a Chieti
e provicia, e devastò il monastero di S. Liberatore a Maiella.
Si ha traccia di
terremoti negli anni da 1088 al 1125, ed in quest'ultimo anno,
il 15 ottobre Benevento fu quasi completamente rasa al suolo [Mag.
>
5.5] Le isole Tremiti furono
investite dalla furia combinata di terremoto, maremoto e
violentissime trombe d'aria il 18 ottobre successivo, quando la
superficie del suolo venne incisa da profonde faglie, dalle quali
fuoriuscirono miasmi solforosi.
Le "cronache"
di Buzio da Ranallo riportano notizie di una lunga
serie di |
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terremoti che
devastarono la città dell'Aquila ed il contado viciniore, a partire |
dal 13 dicembre del 1315, proseguendo
ininterrottamente per oltre 4 settimane. Le cronache segnalano lutti
e distruzioni di numerosi edifici pubblici, ed i sopravvissuti
trovarono ricoveri di fortuna, in pieno inverno, sotto improvvisate
tettoie.
Il "Chronicon
Casauriense" ci riporta poi notizia del terremoto che nel
1348 causò danni notevoli all'Abbazia di San Clemente a Casauria.
Inoltre, il "Necrologium
Adriense descriptum et recognitum"
alla data del 22 Ottobre, VIII dell'indizione, riporta tra l'altro :
"Prima del
canto del gallo, pressappoco all'ora del mattutino repentinamente
fece un grande terremoto, che durò per un modico spazio di tempo."
Il Ciarlanti, nelle "Memorie
Historiche del Sannio" così riporta del disastroso terremoto
del mattino del 9 settembre 1349 [Mag.
> 6.2] : "... Die vero 9
mensis Septembris, anni praedicti sequenti post festum gloriosae
Nativ. Virginis Mariae in hora mediae tertiae fuit terremotus tam
magnus, tam ingentissimae potentiae, quod nemo recordatur simile
terrremotu a tempore creationis.... " Ingenti furono i
danni oltre che alle case, anche alle mura della città di Isernia. A
l'Aquila ottocento le vittime che perirono sotto le macerie. Buccio
da Ranallo riporta che gli abitanti dell'Aquila furono talmente
scossi, che volevano abbandonare la città. Lalle Campopreschi, conte
di Montorio e rappresentante regio in Aquila, per evitare un esodo
in massa, fece chiudere le brecce apertesi nelle mura, con solide
staccionate di legno. Il terremoto fu avvertito disastrosamente
anche a Sulmona e le scosse furono nettamente avvertite anche a
Rivisondoli.
Riportiamo riproduzione
di una pergamena con la Cronaca di Francesco d'Angeluccio da Bazzano,
riferentesi al tremendo terremoto del 27 Novembre 1456 [Mag.
> 6.5] . Molti
studiosi concordano col catalogare questo sisma tra i maggiori che
hanno colpito in epoca storica l'Italia Meridionale. Fortissime
scosse distruttrici si abbatterono in tutta la regione, colpendo
duramente l'Aquila e Sulmona, ove moltissimi edifici subirono danni
notevoli. Rivisondoli fu completamente rasa al suolo, ed
il più antico ed artistico monumento del paese, la Chiesa Madre,
subì danni gravissimi. Le scosse si susseguirono distruttrici il 5 il 15
e 17 Dicembre, e lo sciame sismico fu avvertito dalla
popolazione sino al 27 dello stesso mese. Rocca Cinque Miglia e
Roccaraso furono seriamente danneggiati, ed a Castel di Sangro
rovinò un torrione del castello. Numerose furono le vittime nei
paesi degli Altipiani Maggiori, e l'insediamento di Roccapizzi,
nelle vicinanze di Pescocostanzo, completamente raso al suolo, venne
abbandonato dagli abitanti, e mai più ricostruito.
Altri movimenti
tellurici, fortunatamente non disastrosi, furono registrati in
Abruzzo negli anni 1461, 1462, 1498, 1501, 1502, 1506,
1563, 1627, 1639 e 1672. Disastroso al contrario nella
zona dell'Aquila fu il sisma del 1688 [Mag.
> 6.5] , che fu avvertito
intensamente sino ad Isernia e Campobasso. Presumibilmente il
terremoto fu intenso anche a Rivisondoli, ma al momento non abbiamo
rinvenuto documentazione specifica.
La sequenza dei
movimenti tellurici in Abruzzo si arricchisce di altre date:
1701, 1702, 1703,1706 e 1709. Di questi devastanti furono a
l'Aquila le scosse del 14 Gennaio e 2 Febbraio 1703
[Mag. > 6.5]
che superarono le 2500 vittime, delle quali 600 nella basilica di
San Domenico, completamente distrutta dalla scossa delle ore 12:00.
Lo sciame sismico durò sino al 3 febbraio, e la superficie del suolo si lacerò
in più punti lasciando fuoriuscire densi vapori solforosi.
Particolarmente nefaste per il territorio degli Altipiani
Maggiori d'Abruzzo ed il circondario furono le due forti scosse
susseguitesi a breve lasso di tempo il 3 Novembre 1706 [Mag.
> 6.5] verso
le ore 21:00, per complessivi 15 secondi. Epicentro probabile il
massiccio della Maiella, con devastazione a Sulmona ove fu distrutta
la cattedrale di San Panfilo, e molte altre chiese. Quasi
interamente rasi al suolo furono Pettorano, Pacentro, Lama
dei Peligni, Fara San Martino, Taranta Peligna, Lettopalena e
Palena. Squassati furono Pescocostanzo, Rivisondoli,
Roccaraso, ed a Castel di Sangro crollò buona parte dell'antica rocca.
Dopo un periodo di
relativa calma, ulteriori movimenti tellurici tormentarono l'Abruzzo
nel 1730 [Mag. >
5.5] - le fonti non sono concordi sulla data precisa (12
maggio o 12 giugno ?). Le scosse si avvertirono in tutta la regione,
e segnalazioni si ebbero anche a Sulmona, fortunatamente con
scarsissimi danni. Analoghe furono la scosse avvertite a
l'Aquila il primo febbraio del 1750 [Mag.
> 4.5] . Violento fu il
sommovimento che colpì l'Aquilano il 6 ottobre del 1762 [Mag.
> 5.5],
fortunatamente con danni molto limitati. Violento fu il terremoto,
con epicentro Ortona, del 16 1 17 febbraio del 1782, che
determinò una imponente frana verso il mare. L'Aquila sarà ancora
tormentata tra luglio ed ottobre del 1786 con una serie di
scosse che determinarono danni ingenti, e seminarono il terrore tra
le popolazioni. Sulmona subì altri scuotimenti nell'ottobre
del 1789 [Mag. >
5.5] , con notevoli danni ma senza segnalazione di
vittime. Il secolo si chiude con analoga situazione
determinata a seguito del terremoto del gennaio 1791 [Mag.
> 5.0] a
l'Aquila.
Il nuovo secolo si apre
con i terremoti del 7 aprile e del 12 dicembre del 1803, per
proseguire con le scosse del 1° e del 14 agosto 1809
[Mag.
> 4.2]. Seppure
alcune scosse furono di rilevante intensità, non si ebbero danni
rilevanti alle cose e segnalazione di vittime, analogamente alla
serie di scosse registrate nel 1841 lungo la valle del
Pescara. Violenta fu la scossa che colpì il versante orientale della
Maiella il 10 giugno
[Mag.
> 5.0]
(Valle dell'Aventino), avvertita anche a Rivisondoli,
fortunatamente senza danni rilevanti, come pure quelle che durarono
al novembre 1848 al gennaio 1849. Un decennio di
stasi, ed ecco ad Amatrice le nuove scosse del 17 e 18 febbraio
1859. Leggere scosse premonitrici si ebbero nel Chietino nel
1871, quale avvisaglia del forte sisma del 4 febbraio 1874
che martoriò l'Aquila, fortunatamente senza gravi danni.
Distruttivo fu il terremoto che si manifestò il 10, 11 e 22
settembre con repliche il 3 novembre 1881 e l'11
febbraio 1882. Gli effetti si fecero sentire a Sulmona
e tutto il territorio circostante, fortunatamente non disastrosi
come ad Orsogna che fu praticamente distrutta.
I due ultimi decenni del
secolo XIX registrarono diversi movimenti sismici, sia nell'Aquilano
che nella Marsica. Le scosse si succedettero numerose tra il 1884
(10 gennaio) ed il 1895 (10 aprile), fortunatamente senza
procurare danni rilevanti. Le scosse che si avvertirono all'Aquila
il 26 e 27 gennaio 1887, raggiunsero anche Rivisondoli,
senza provocare, grazie a Dio, vittime o danni di rilievo.
Analogamente le scosse del 26 agosto 1889
[Mag.
> 4.5],
con epicentro a Castel di Sangro, ove danneggiarono il vecchio ospedale. Il secolo si conclude
con i terremoti del 1892, il 21 gennaio nella Marsica, il 30
giugno nell'Aquilano ed il 9 agosto ad Ortona.
Il XX secolo presenta
subito le proprie credenziali con il disastroso sisma che a Messina,
mieté 140.000 vittime (28 dicembre 1908), guadagnando il
triste primato del peggiore sisma che in tempi storici abbia
martoriato la nostra penisola.
Il 13 gennaio
1915 i sismografi di tutto il mondo registrarono le scosse del
terremoto che sconvolse il bacino del Fucino, facendo nella sola
Avezzano oltre 10.000 vittime. La violenza del sisma fu nettamente
avvertita anche a Roma, ove crollò una delle statue del frontespizio
della Basilica di San Giovanni in Laterano. Distruzione e morte si
diffusero nella valle di Sulmona, e verso sud-est distruzioni
colpirono gli Altipiani
Maggiori d'Abruzzo, ove Pescocostanzo, Roccaraso, Rocca Cinque
Miglia, Castel di Sangro risultarono seriamente danneggiati. A
Rivisondoli non furono segnalate vittime, ma diversi edifici
risultarono lesionati, e si ebbero anche alcuni smottamenti di
terreno. Le lesioni più significative furono riportate dalla chiesa
di Santa Maria della Fonte, che poco dopo il sisma fu
demolita proprio a causa degli irreparabili danni subiti.
Disastroso per Lama dei
Peligni e Taranta Peligna fu il sisma del 1933
[Mag.
> 5.6],
generatosi nel settore Meridionale della Majella, che fece sentire i
suoi effetti a Sulmona, con magnitudo VIII grado della scala
Mercalli, di un grado superiore a quello del 1905 che gravi
danni aveva causato nel capoluogo peligno.
Castel di Sangro
fu l'epicentro dei terremoti del 31 luglio 1936
[Mag.
> 4.5], e
15 ottobre 1940 [Mag.
> 4.5],
mentre il 24 novembre dello stesso anno si ebbe un sisma [Mag.
> 4.5]
con epicentro a Pescasseroli.
Fonti archeologiche ci
informano di un grande terremoto dell'Antichità ( intorno
al 150 d.C.) registrato nell'area di Sulmona. Diverse
stratigrafie effettuate nell'area, in particolar modo a Cansano,
Corfinio e Sulmona, sono concordanti con quanto riportato sulla
epigrafe conservata a San Clemente a Casauria, che fa riferimento
alle riparazioni apportate alla pesa pubblica presente nel Pagus
Interpromium.
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Tre sono i motivi che ci hanno indotto a caratterizzare
l'appuntamento di questo mese di Maggio con l'argomento "terremoto".
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Il prossimo 6 Maggio
sarà trascorso appena un mese dalla prima scossa del sisma che ha
sconvolto i paesi dell'Aquilano e lo stesso capuloogo,
e che
ancora oggi fa sentire la sua
presenza con i quotidiani scuotimenti del terreno dello sciame
sismico attualmente in atto.
-
Il 7 e
l'11 Maggio
rappresentano poi il 25°
anniversario del terremoto che nel 1984 colpì
duramente Rivisondoli.
Numerose
abitazioni del centro storico furono pesantemente
danneggiate, e per settimane non pochi abitanti
s'accamparono nelle roulotte e
nell'attendamento impiantati a Piè Lucente.
Sono
ancora negli occhi di molti le violente oscillazioni del campanile,
accompagnate dall'improvviso scampanio disordinato che seguì
subito dopo
al sordo,
profondo boato che saliva dalle viscere della terra.
La scossa dell'11 Maggio ore 13:14, raggiunse i 4,6
gradi della scala Richter,
e fu
causata da movimenti crostali alla profondità di ca. 12 km sotto le
montagne del parco Nazionale d'Abruzzo, immediatamente a
sud del lago
di Barrea.
Abbiamo trattato alcuni degli accadimenti
connessi al sisma nella sezione "Treni
e terremoto", ed accanto a questi
episodi di
straordinaria vicinanza umana, purtroppo si
ebbero a registrare, nella fase successiva
all'emergenza durante la ricostruzione,
inevitabili
espressioni di egoismo e sopraffazione
dei pochi senza scrupoli e senz'anima,
che si approfittarono della ingenuità e dello
scarso livello
d'informazione degli sventurati incappati nelle loro
grinfie. A noi piace al contrario sottolineare
l'abnegazione di chi s'adoperò nell'aiuto dei
più
deboli e più sprovveduti, e su tutti, con un moto di
simpatia non possiamo non annoverare Nicola
D'amicone, ferroviere nel midollo, che da
allora, a
pieno titolo meritò sul campo il soprannome di "Zamberletti".
- Movimenti
della terra, e moti dell'anima !!! E sì, anche
questo fanno i terremoti. E questi ultimi subirono un notevole
sconquasso anche grazie
a
Chiara
che
anticipò il suo arrivo tra noi proprio a causa dello
stress indotto dal terremoto. E la terza settimana
di maggio vedrà
Chiara
impegnata
in un ulteriore appuntamento: la presentazione di un volumetto che
riporta sulla copertina
"
SAPIENZA
UNIVERSITA' DI ROMA - FACOLTA' DI SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E
NATURALI
Candidato:
Chiara ........... "
.... sì,
proprio lei, quel piccolo irrequieto terremoto, dolce subbuglio dell'anima.
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