Francesco Procario - Roccaraso - |
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1922 |
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La foto riprende i primo atleti dello Ski Club Roccaraso, da sinistra Pietro OLIVIERI, due atleti dei quali non abbiamo trovato menzione, ed a seguire Manrico TRILLI, Donato di VITTO, Edoardo D'ALESIO, Adolfo SABATINI, Francesco PROCARIO e Domenico BUCCI. Posano tutti orgogliosi attorniando cimeli e medaglie conquistate nelle numerose gare che li videro come protagonisti. Desideriamo che l' immagine costituisca l'incipit a questa pagina web dedicata a Francesco PROCARIO, del quale risaltano nella foto proprio le caratterialità che lo hanno impresso nel ricordo dei corregionali degli Altipiani Maggiori d'Abruzzo: l'ardimento, la determinazione, il piglio sicuro e consapevole delle proprie risorse. Caratteristiche ben note agli atleti Rivisondolesi e Pescolani che di volta in volta lo hanno visto avversario o compagno, comunque sempre apprezzato, nelle diverse gare disputatesi numerose nei primi decenni del 1900. |
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1932 |
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Dieci anni separano le due foto, e questa sulla destra ci mostra i componenti della squadra di fondo dello Sci Club Roccaraso impegnati nelle gare a Courmayeur. Francesco PROCARIO è il primo sulla sinistra, seguito nell'ordine da Egidio DEL CASTELLO, Giovanni DI VITTO, Edoardo D'ALESIO [insieme a Francesco, unico presente nella foto sopra, del 1922], e Giuseppe DI VITTO. Numerosi furono i risultati di rilievo ottenuti da PROCARIO. Di questi riportiamo nella tabella a seguire quelli per i quali, ad oggi, abbiamo certezza da evidenze documentali. Come in tutte le competizioni sportive, anche in queste di sci non mancarono le polemiche, e gli strascichi sia sulla stampa che tra gli stessi atleti. Al momento siamo impegnati a trovare il bandolo di alcune controversie sportive delle quali abbiamo trovato traccia durante le |
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nostre ricerche. Le riporteremo, almeno come curiosità, al momento che riusciremo a completarne il quadro, senza voler parteggiare, con questo, per l'uno o per l'altro dei contendenti. Il nostro intento è quello di far rivivere l'agonismo che si respirava all'epoca nei tre paesi dei nostri Altipiani, in contrapposizione campanilistica non solo tra Pescocostanzo, Rivisondoli e Roccaraso, ma anche tra gli stessi atleti compaesani. |
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Numerosi gli elementi comuni del percorso di vita di Francesco PROCARIO con quelli di molti suoi conterranei degli Altipiani Maggiori d'Abruzzo. Non a caso storie quasi parallele sono anche quelle dei rivisondolesi Luigino GIOVANNELLI ed Ovidio CIPRIANI. I fermenti politici e militari che caratterizzarono in Italia i primi anni del 1900, coinvolsero appieno questi ragazzi, nati tra il 1905 ed il 1910. Forgiati alla dura scuola della sopravvivenza sulle nostre montagne, determinati a riscattare la condizione sociale che li annoverava tutti, negli anni dell'adolescenza, tra le folte schiere di pastori, braccianti o contadini, questi baldi giovanotti non tralasciarono la possibilità loro offerta dal nascente sport dello sky. La loro prestanza fisica fu certamente un elemento determinante nel conseguimento dei risultati sportivi raggiunti, che permise loro anche di trovare naturale "asilo" nelle forze armate dell'epoca, generose nell'accogliere nelle proprie file giovani impavidi e temerari. Francesco ed Ovidio gareggiarono infatti nelle file della Milizia locale, loro corpo d'appartenenza, mentre Luigino "emigrò" in Trentino, sulle orme delle Regie Fiamme Gialle. Luigino e Francesco, figli dei nostri Altipiani calcarono anche i territori dell'Altipiano Etiopico. Del primo abbiamo riportato le memorie nella pagina "un Rivisondolese d.o.c.", e con le foto |
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che seguono, che ci mostrano un aitante Francesco PROCARIO impegnato negli stessi anni nel territorio di Addis Abeba, desideriamo conglobare in una sorta di gemellaggio le vicissitudini che questi nostri conterranei dovettero superare in terra d'Africa. La foto in alto ci presenta Francesco nel 1939; la savana è quella tipica dell'Altipiano Etiopico, con all'orizzonte un tukul della popolazione indigena. |
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Nella foto sulla destra Francesco, con accanto il comandante del suo folto plotone, posa con tre notabili etiopici. Siamo nel 1940 sempre ad Addis Abeba nel pieno della Campagna d'Africa. La staticità della posa e la seriosa postura dei notabili indigeni, conferisce a tutta l'immagine un tono di ufficialità che distoglie dalla drammaticità del periodo storico, nel pieno dei combattimenti nel Corno d'Africa. Ritroviamo i due militari nelle due foto che seguono, riprese evidentemente in un momento di ufficialità. La propaganda dell'epoca non perdeva occasione di utilizzare qualsiasi circostanza per lanciare messaggi di tranquillizzazione ai congiunti, in patria, dei militari che avevano raggiunto terre lontane ammaliati dal canto delle sirene di regime. Guardando le foto ci torna alla mente quanto scritto da Luigino GIOVANNELLI nel racconto autobiografico in terra d'Africa: "Il tenente che comandava era un bravo ufficiale, giovanissimo ma poco esperto di Campagna d’Africa; si raccomandava a noi veterani; sopportava rassegnato tutti |
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i sacrifici ubbidendo ciecamente agli ordini che riceveva " ... e si, questi baldi giovanotti dei nostri altipiani, laggiù in Terra d'Africa erano il |
Nella foto sulla destra Francesco sta completando il rituale alzabandiera mattutino. Il rituale ci avvicina, più delle altre foto, all'atmosfera guerriera del periodo. Siamo sempre ad Addis Abeba e l'anno è il 1940. Il muro a secco che costituisce la fortificazione del campo, non consente la visione completa dell'orizzonte, ma non ostacola lo svettare della vegetazione tipica dell'Altipiano Etiopico. I palmizi poi che adornano l'area "sacra" del basamento della bandiera, rendono l'atmosfere ancor più aderente al territorio africano, tanto decantato anche nell'allegoria musicale del periodo. Inequivocabile è il gesto di saluto del comandante, cristallizzato nell'atto del saluto militare "onore alla bandiera" sottolineato con voce "maschia" come prescrive la disciplina, a cui fanno corollario i pugnali sguainati della truppa, proiettati dalle braccia protese nella |
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esecuzione corale del saluto romano, uno dei simboli della coreografia delle adunate, militari e non, dell'Italia dei primi decenni del 900. |
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Anche il Foglio matricolare e caratteristico di Francesco PROCARIO è contrassegnato dagli accadimenti in Terra d'Africa, che hanno richiesto l'utilizzo di numerose righe per coprire un lasso di tempo di soli quattro anni (1938 -1941), mentre due sole righe racchiudono in stringato linguaggio burocratico i cinque anni e due mesi (1941 - 1947) passati in campo di prigionia. Anche questo figlio degli Altipiani maggiori d'Abruzzo ha dovuto fare appello a tutte le proprie energie per superare la dura prova di P.O.W. nei campi di concentramento alleati. Energie che non lo hanno mai abbandonato, e che Francesco ha evidenziato nelle competizioni sportive che lo videro tra i protagonisti anche negli anni dal 1952 al 1981, così come abbiamo riportato nella tabella, ove mostriamo il "palmares" completo dei piazzamenti conseguiti dall'atleta sciatore. Desideriamo concludere questo nostro lavoro, riportando le informazioni salienti contenute nel Foglio matricolare e caratteristico, del quale presentiamo il frontespizio, ed un timbro che a nostro parere sottolinea l'animo e la personalità di questo UOMO, ATLETA e SOLDATO meritevole incondizionatamente della gratitudine e dell'ammirazione di tutti i suoi conterranei. |
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Leva della classe 1906 - nato a Roccaraso il 2 Ottobre |
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1925 28 Settembre 1926 14 Aprile 01 Ottobre 01 Novembre 1927 01 Aprile 1938 20 Gennaio 27 Aprile 23 Maggio 01 Giugno 1940 10 Giugno 11 Giugno 1941 01 Gennaio 27 Novembre 1947 21 Gennaio |
- Completato servizio di leva - Chiamato al 10° Reggimento Art. Pesante Campale - Promosso Caporale - In forza al medesimo reggimento divenuto 11° Rgt. Art. Pesante - Promosso Caporal Maggiore - Promosso Sergente - Mobilitato in A.O.I. col 731° Btg. cc.nn. quale caposquadra - Sbarcato a Massaua proveniente da Napoli - Giunto ad Addi Arcai sede del 731° Btg. cc.nn. - Mobilitato con il 731° Btg. cc.nn. - Attivo in territorio dichiarato in stato di guerra e zona di operazioni - Promosso 1° Caposquadra - Prigioniero di guerra nei fatti d'armi di Gondar - Rientrato dalla Prigionia e sbarcato a Napoli |
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Collaboratori d'edizione: Carla P. , Ugo del C. (Roccaraso); Stefania T. & Emanuele M . (Sulmona). |
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